FOTO ANPI Malnate - Gigi Buzzoni
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Oggi 25 aprile si celebra il 76° anniversario della liberazione dell'Italia, giorno che rappresenta un fondamento politico per la nostra storia, in quanto simbolo della vittoria delle forze partigiane contro il governo fascista e l’occupazione nazista.
Segna la fine di una guerra, ingiusta, scatenata per affermare la superiorità della razza e della volontà di dominio di un leader tiranno e dei suoi seguaci.
Il 25 aprile significa celebrare il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia, dopo vent’anni di dittatura, di privazione della libertà, di oppressione e di persecuzioni.
Fare memoria della lotta di Liberazione, della Resistenza, significa ribadire i valori di libertà, di giustizia, che furono alla base della nascita della coesione sociale che vide gli Italiani uniti davanti al Tricolore.
E così unito il popolo italiano seppe prendere in mano il proprio futuro e con positiva spinta energica volò verso la rinascita.
Il nostro Paese cambiò così il volto diventando più giusto, innovativo, e conquistandosi il riconoscimento nel contesto internazionale.
Oggi ci ritroviamo come lo scorso anno a festeggiare la Liberazione ancora in fase pandemica.
Come da ordinanza prefettizia e ministeriale ci viene negata la possibilità di riunirci liberamente e di festeggiare senza vincoli.
Quando lo scorso anno preparavo il discorso per il 25 aprile, in un clima di tragica incertezza, speravo che quest’anno, per la stessa ricorrenza, sarebbe tutto passato e che sarebbe stato solo un brutto ricordo, e invece siamo ancora in emergenza e stiamo ancora lottando per la libertà.
La lotta per la libertà, dell’attuale guerra contro il nemico invisibile del virus, ci vede tutti coinvolti in prima persona e ci chiede un grande senso di responsabilità nel rispettare le regole da più di un anno.
Chi è in prima linea a combattere il virus onora la Repubblica e merita il rispetto e la riconoscenza dovuta: parlo dei sanitari, delle forze dell’ordine, dei dipendenti dei servizi essenziali, dei commercianti e così via.
Ora tutti siamo chiamati a dare un contributo per ripartire dopo la pandemia. Insieme possiamo farcela.
Occorre però non abbassare la guardia e continuare ad essere virtuosi se vogliamo vedere la luce in fondo al tunnel.
Lo dobbiamo a tutti noi perché oggi come allora, durante la seconda guerra mondiale, dobbiamo riconquistare la nostra libertà pienamente e dobbiamo poter dare lo slancio positivo per la ripartenza.
Lo dobbiamo alle tante persone che non sono più con noi a causa del virus e ai loro cari che ne piangono la scomparsa.
Lo dobbiamo ai nostri anziani nelle case di riposo che da mesi non possono riabbracciare i propri familiari.
Lo dobbiamo ai nostri giovani e giovanissimi che sono stati costretti a limitazioni che segneranno la loro personalità.
Questa mattina avremmo voluto ascoltare gli interventi dei ragazzi che, come da tradizione, avevano preparato degli interventi sulla Liberazione da condividere durante la cerimonia pubblica, ma ahimé, ancora una volta siamo costretti a una cerimonia sobria e solitaria.
Da domani la Lombardia passa in zona gialla ma questo non vuol dire che siamo liberi di fare ciò che vogliamo senza limiti poiché questo nemico è subdolo e ci aspetta dietro l’angolo.
Come vedete oggi non sono stata presente alla cerimonia e vi chiederete perché: ebbene, sono costretta alla quarantena precauzionale poiché mio marito, un sanitario, è risultato positivo al covid 19 proprio il giorno prima della sua prevista vaccinazione.
Occorre esse cauti e questa mia situazione familiare dimostra che le precauzioni non sono mai abbastanza, che il virus sta circolando inesorabilmente tra noi e non sappiamo chi potrà colpire. Il completamento della vaccinazione di massa è ancora lontana e dunque è necessaria la prudenza.
La libertà è un bene importante che va tutelato con tutte le forze e con tutti i mezzi. Come ha cantato il giovane cantautore malnatese Matteo, di recente scomparso, “siamo tutti uguali” ed è vero siamo tutti uguali davanti alle regole della natura, della vita e della giustizia.
Non posso non pensare alle recenti vittime cadute nel recente naufragio nelle prossimità delle coste italiane. Sono morte circa 140 persone, uomini, donne e bambini, famiglie intere, che navigavano in una nave di fortuna per andare incontro alla libertà. Una Libertà perduta tra le onde del mare nell’indifferenza dell’Europa e di alcuni politici che si arroccano il diritto di sapere cosa è giusto o sbagliato per tutelare i confini a discapito della vita dei più deboli.
Essere partigiani oggi significa saper lottare affinché si dia spazio alla giustizia e al rispetto dell’uomo, perché dobbiamo dimostrare ai nostri figli cosa vuol dire essere corretti e avere la coscienza pulita.
Essere partigiani vuol dire rimboccarsi le maniche e lottare tutti insieme per rinascere dopo la pandemia anche con ottica sostenibile per assicurare il futuro ai nostri figli, possibilmente in un modo migliore.
Auguro dunque a tutti noi un buon cammino consapevole verso la Libertà e la rinascita.
Nel salutarvi voglio ringraziare il Vicesindaco Jacopo Bernard per la sua disponibilità e professionalità e il caro amico Germano Corti Presidente dell’ANPI Malnate per la costanza nel rappresentare i valori e i principi dei partigiani malnatesi.
Buana festa della Liberazione !
Il vostro Sindaco
Irene Bellifemine
vedi anche 25 aprile 2020
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25 aprile 2020 Bella ciao | |