Foto di Enzo Michieletto per www.malnate.org
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I Contravventori potranno essere perseguiti
"A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale", recitava il decreto legislativo luogotenenziale, emanato il 22 aprile 1946, proposto dal presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, e firmato dal principe Umberto II, allora luogotenente del Regno d'Italia (Ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260, è stata istituzionalizzata stabilmente festa nazionale).
L'Italia inziò così a festeggiare in quel giorno l'anniversario della Liberazione, o della Resistenza, dal nazifascismo. Ma non fu una data casuale: alle 8 del mattino del 25 aprile del 1945 infatti il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), nel culmine della fase militare partigiana, proclamò l'insurrezione in tutti i territori del nord ancora occupati dai nazifascisti. E ordinò alle forze del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate.
"Arrendersi o perire!" fu la minaccia intimata dai partigiani ai nazifascisti. Il comando del CLNAI, che aveva sede a Milano, era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani. Già il 26 aprile nella città meneghina i partigiani prendevano il potere "in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano". Furono condannati a morte di tutti i gerarchi fascisti. Benito Mussolini verrà catturato e fucilato tre giorni dopo. Gli americani entrarono a Milano il 29 aprile, e il 1° maggio a Torino.
Finì così per l'Italia vent'anni di dittatura e 5 di guerra. Il 25 aprile, simbolicamente, rappresenta la lotta e il sacrificio della Resistenza, e in seguito la nascita della Repubblica Italiana e della stesura definitiva della Costituzione.